Il movimento della scrittura lungo il rigo di base: aspetti neurofisiologici e grafologici
La scrittura rappresenta un processo neurofisiologico estremamente complesso, regolato dai centri corticali superiori del sistema nervoso centrale. Questi centri pianificano e coordinano le sequenze motorie necessarie all’esecuzione del gesto scrittorio, trasmettendo impulsi dalla corteccia cerebrale fino ai gruppi muscolari coinvolti della spalla, braccio, gomito, avambraccio, polso e mano. Quest’ultima, costituita da carpo, metacarpo, falangi e articolazioni interfalangee, agisce come un sofisticato sistema biomeccanico, permettendo una modulazione estremamente precisa dei movimenti grazie all’integrazione tra sistema nervoso centrale e periferico. I recettori sensitivi situati sui polpastrelli delle dita inviano al sistema nervoso centrale informazioni dettagliate relative ai movimenti delle dita sulla penna durante le fasi del flusso scrittorio (cambi di direzione, collegamenti interni alla parola, ecc.), alla pressione esercitata sul supporto scrivente e ad altri parametri motori e sensitivi. Questa complessa rete di feedback sensoriali e motori consente una completa regolazione dei gesti, fondamentale per un’attività complessa come il movimento scrittorio.
Neurofisiologia della Scrittura
Durante l’atto scrittorio, i recettori sensitivi meccanocettori forniscono informazioni sulla posizione ed il movimento della mano, nonché sulla pressione esercitata dalle dita sullo strumento scrivente. Questi dati vengono elaborati dalle aree cerebrali deputate alla regolazione sensoriale e motoria, garantendo fluidità e accuratezza del gesto grafico. Nelle fasi iniziali dell’apprendimento della scrittura si richiede un intervento attivo delle funzioni esecutive, poiché l’individuo deve apprendere e consolidare schemi motori complessi. Durante questo stadio ogni grafema è prodotto attraverso un’attenta pianificazione del movimento, che coinvolge principalmente la corteccia motoria primaria deputata al movimento, le aree premotorie e le strutture sottocorticali. In questa fase la scrittura si manifesta con tratti rallentati, forme instabili e numerose correzioni. L’attività cosciente è massima ed il controllo visivo-motorio è costantemente sollecitato. Con il progredire della pratica e l’aumento delle ripetizioni, i circuiti neurali coinvolti nella scrittura acquisiscono una progressiva automatizzazione del gesto grafico. Dal punto di vista grafologico questo si traduce in una maggiore fluidità, coerenza e personalizzazione del tratto: l’individuo compie sequenze di movimenti senza il controllo cosciente su ogni singolo elemento della scrittura. In quest’ultima evoluzione della scrittura si possono individuare elementi caratterizzanti ed intrinseci del movimento grafico dello scrivente.
Il Rigo di Base nella Grafologia
Uno degli elementi caratterizzanti ed intrinseci del movimento grafico dello scrivente è il suo andamento lungo il Rigo di Base. Il Rigo di Base rappresenta l’asse reale o immaginario perpendicolare ai margini del foglio su cui si dovrebbero disporre parole e lettere presenti in un documento o in una firma.
In grafologia il tracciato grafico si presenta in numerosi contesti tipografici: fogli con o senza righi, moduli prestampati con eventuali spazi dedicati, ecc. La corretta interpretazione del movimento della grafia sopra il Rigo di Base (reale o ipotetico) del foglio, permette di ottenere indicazioni sulla personalità, sullo stato emotivo e su eventuali alterazioni neuropsicologiche.
Tipologie della direzione della scrittura lungo il Rigo di Base e loro significato grafologico
La scrittura lungo il Rigo di Base può presentarsi nelle seguenti modalità:
- Disposta lungo un rigo “Ascendente”: la scrittura si contraddistingue per la tendenza delle righe della grafia a distanziarsi progressivamente dalla linea orizzontale del Rigo di Base, andando verso l’alto. In tale movimento ciascuna lettera si posiziona progressivamente al di sopra del Rigo di Base del foglio, cioè le lettere successive risultano collocate sempre più in alto rispetto alle precedenti; in tal modo il flusso grafomotorio ha un andamento ascensionale. Il segno grafologico “Ascendente” nella scrittura indica soggetti ottimisti, energici, che mostrano entusiasmo o aspettative positive ed un bisogno di migliorare la propria condizione2.
Disposta lungo un rigo “Discendente”: la scrittura presenta un marcato allontanamento dal Rigo di Base con una progressiva inclinazione verso il basso; in questo movimento si è in presenza di un abbassamento progressivo del corpo di una lettera rispetto alla precedente, determinando una vera e propria discesa della grafia al di sotto del rigo di base. Sotto il profilo grafologico, tale andamento rappresenta un indicatore significativo della condizione interna della persona che scrive ed è tipicamente “associato a stati di stanchezza, demotivazione o vissuti di tristezza”. Questa particolare dinamica grafica può anche costituire un segnale di disturbi depressivi o di perdita di fiducia in se stess.
- “Mantiene il rigo”: la scrittura è caratterizzata dal fatto che lettere si dispongono dritte e parallele al Rigo di Base; questo segno indica fermezza e maturità psicologica. Il segno da una prospettiva neurologica non sarebbe possibile senza l’integrazione dei sistemi neurologici deputati all’atto scrittorio e dell’orientamento visivo nello spazio grafico. Tale segno è indice di equilibrio, razionalità e buona gestione delle emozioni e di aderenza alle linee prestabilite dalle norme.
- “Piantata sul rigo”: tale scrittura si riscontra quando le lettere della grafia aderiscono in modo rigido e costante al Rigo di Base, senza oscillazioni verso l’alto o verso il basso, anche questa modalità richiede l’integrazione dei sistemi neurologici deputati all’atto scrittorio e dell’orientamento visivo nello spazio grafico. Le lettere in questa modalità appaiono saldamente “piantate” sul rigo, come se fossero ancorate, dando un senso di stabilità e fermezza al tracciato grafico. In questo tipo di scrittura mancano slanci verticali o discendenti pronunciati ed il movimento è contenuto e controllato. Secondo la scuola di Girolamo Moretti, questa modalità indica:
- senso di realtà marcato, contatto forte con ciò che è concreto;
- determinazione, costanza, fermezza nei propositi;
- tenacia, capacità di resistere e mantenere la propria posizione;
- resistenza alla fatica, alla pressione e alle influenze esterne;
- una certa rigidità o difficoltà a staccarsi da ciò che è sicuro e materiale (a seconda degli altri tratti presenti).
Basi Neurologiche della direzione del Rigo di Base
La modalità abituale della scrittura rispetto alla direzione del Rigo di Base dipende da processi neurologici che coinvolgono la corteccia motoria, le aree prefrontali e i circuiti limbici. In particolare l’atto di mantenere la scrittura sul rigo di base non è passivo, ma rappresenta una funzione di controllo visuo-spaziale e di automonitoraggio di alto livello. Tale funzione comprende le seguenti fasi:
- Integrazione Visuo-Motoria: l’osservazione del rigo di base (stimolo visivo) e del gesto grafico in relazione ad esso richiede una costante comunicazione tra le aree visive presenti nella corteccia occipitale e le aree motorie e parietali. Il cervello deve continuamente confrontare la traiettoria motoria in corso con il modello spaziale caratteristico della linea del Rigo di Base.
- Memoria di Lavoro Spaziale: Il mantenimento dell’allineamento si basa sulla memoria di lavoro spaziale per valutare la posizione della lettera appena scritta e prevedere la posizione di quella futura; tale compito coinvolge la corteccia prefrontale e la corteccia parietale.
- Elaborazione Sensomotoria: il feedback dei recettori meccanocettori delle dita forniscono informazioni sensoriali fondamentali sulla meccanica del movimento come la pressione delle dita sulla penna e la pressione della penna sul foglio, queste informazioni vengono elaborate a livello della corteccia cerebrale nell’area somatosensoriale.
Queste fasi si integrano stabilendo una pianificazione motoria che gestisce la pressione delle dita sul mezzo scrittorio, la pressione di esso sul supporto cartaceo e la traiettoria della mano, assicurando che l’esecuzione del gesto grafico sia coerente con la modalità di direzione della scrittura del soggetto scrivente nei confronti del riferimento spaziale del Rigo di Base.
Aspetti di grafologia forense
Le caratteristiche di natura grafologica e neurologica della direzione di una scrittura rispetto al Rigo di Base risultano uniche e non riproducibili artificialmente ed è pertanto impossibile che due persone mantengano esattamente lo stesso movimento rispetto al Rigo di Base durante la scrittura. Infatti, il gesto grafico è il risultato di una complessa integrazione tra processi motori, cognitivi ed emotivi, tutti fortemente influenzati dall’unicità del sistema nervoso di ciascun individuo.
Pertanto, l’analisi della direzione di una scrittura rispetto al Rigo di Base rappresenta un importante riferimento per la valutazione di autenticità o falsificazioni di uno scritto o di una firma, infatti eventuali discrepanze nella direzione di una scrittura rispetto al Rigo di Base tra diverse scritture attribuite allo stesso soggetto possono costituire un chiaro indizio di contraffazione.
Inoltre, l’analisi del movimento della scrittura lungo il rigo di base può offrire uno strumento prezioso non solo per identificare la persona, ma anche per valutare il suo stato psico-emotivo e neurologico in un dato momento. Ogni variazione come discese, risalite, ondeggiamenti diventa una traccia unica e personale della complessa interazione tra mente, corpo ed emozioni.
Conclusioni
In conclusione, l’analisi della scrittura alla luce delle prospettive grafologica e neurologica rivela come il gesto scrittorio sia il risultato di un’interazione estremamente sofisticata tra corpo e sistema nervoso. L’impossibilità di replicare fedelmente il movimento grafico rispetto al Rigo di Base da parte di individui diversi sottolinea come la scrittura sia unica ed intrinseca di un soggetto.
La direzione della scrittura rispetto al rigo di base, insieme agli altri parametri grafologici, non costituisce soltanto un aspetto grafologico, ma si configura come un vero e proprio indicatore della complessità psicologica e neurologica dello scrivente e diventa uno strumento utile per la comprensione della personalità, della maturità psicologica e dello stato emotivo della persona.
Inoltre nell’ambito della grafologia peritale, integrando l’osservazione di questo segno con gli altri segni grafologici presenti in uno scritto o firma, permette al consulente/perito di accertare l’identità dell’autore.
In sintesi, la scrittura rappresenta un ponte tra neuroscienze e grafologia, dove ogni tratto diventa una traccia indelebile della storia personale e neurologica dello scrivente. L’analisi integrata di questi aspetti offre strumenti preziosi non solo per la comprensione profonda dell’individuo nella sua irripetibile complessità, ma anche per l’identificazione forense.
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